STRATEGIA IN CONTROTRENDENZA
1 – I COMMERCIANTI CONTRARI
Ora che abbiamo visto sommariamente quali sono le due principali “correnti” di pensiero nel trading, esaminiamole un pò più approfonditamente.
La strategia Countertrend è una strategia che va controtendenza.
I traders che vanno controtendenza si chiamano contrarians o countertrenders.
Se la tendenza principale è Bull o rialzista, i countertrenders apriranno posizioni bearish o ribassiste mentre se la tendenza principale è ribassista, i traders contrarians apriranno posizioni in acquisto.
Di fatto, questi traders sono le controparti dei Trend Followers, cioè coloro che tradano a favore del trend corrente.
In particolare i contrarians cercano di identificare Top e Bottoms del mercato, a breve o a lungo termine, cioè i picchi del mercato.
Uno degli investitori più famosi che adotta strategie controtendenza è Paul Tudor Jones:
“ho imparato che persino se i mercati sembrano al loro meglio quando stanno stabilendo nuovi massimi, quello è spesso il miglior momento per vendere.
Mi ha instillato l’idea che, in qualche modo, per essere un buon trader devi essere uno che va controcorrente.”
2 – DIVERSI TIMEFRAMES DI RIFERIMENTO, DIVERSI TRENDS IN ATTO.
Nello specifico i Contrarians cercano di individuare eventuali punti di svolta del mercato, nel proprio timeframe di riferimento.
Ecco come avviene la contrapposizione tra intraday traders e multiday traders.
Abbiamo già visto che, diversi timeframes mostrano diversi trends in atto e questo è il motivo per il quale i trend followers ed i contrarians finiscono per mischiarsi durante la sessioni di trading giornalieria.
Un pullback su timeframe orario può significare un minitrend su timeframe a 1 o 5 minuti e di conseguenza coloro che sono long su un timeframe, saranno short sull’altro facendosi da controparte.
Da qui, l’importanza di individuare e di tradare sempre a favore del trend principale, poichè è verso quella direzione che il prezzo tende a fluire.
Ciò nonostante, si possono sfruttare al meglio sia le onde a favore della tendenza primaria che i ritracciamenti con un pò di accortezza.
3 – FASI DI IPERCOMPRATO E IPERVENDUTO
Coloro che operano in controtendenza in pratica, cercano di individuare fasi di ipercomprato ed ipervenduto (fasi cioè di alta inflazione o deflazione del prezzo), cercando di anticipare (anche con più tentativi) coloro che stanno ancora tradando nella direzione del trend corrente.
Cercano di identificare cioè i più probabili livelli di resistenza per entrare short, ed i più probabili livelli di supporto per entrare long, quindi operando sui rimbalzi.
Questi livelli sono soglie psicologiche a ridosso delle quali i prezzi invertono a causa di un forte sbilanciamento tra domanda e offerta.
Ad un certo punto di un trend rialzista non vi è più la domanda necessaria a sostenere il trend ed ecco che l’impulso si esaurisce e mancando i compratori disposti ad acquistare a prezzi più alti, i prezzi semplicemente cominciano a calare perchè i venditori si accontentano di vendere a prezzi più bassi.
Ecco perchè, secondo il luogo comune, le resistenze si vendono ed i supporti si acquistano ed ecco dove si formano i reversals patterns.
4 – IDENTIFICAZIONE DEL TREND E SUA INVERSIONE.
Prima che avvenga un inversione, bisogna per prima cosa appurare l’esistenza di un trend.
Un uptrend è definito da massimi e minimi relativi crescenti successivi, mentre un downtrend è definito da massimi e minimi relativi decrescenti successivi.
Due classici patterns che possono preludere un imminente inversione di trend sono il failure ed il non-failure swing patterns:
Questi patterns rappresentano l’inversione di forza tra compratori e venditori, in cui, nel primo caso, fallisce la formazione di nuovi massimi e minimi crescenti o decrescenti mentre nel secondo si forma un nuovo massimo o minimo per poi invertire improvvisamente sotto il supporto o sopra la resistenza di periodo.
Quando il fallimento avviene, i contrarians vedono una possibile entrata controcorrente, cioè ancor prima che si formino nuovi massimi e minimi relativi inversi di conferma.
Questi sono patterns molto usuale e frequente.
I countertrenders focalizzano la loro attenzione anche su quei mercati che formano figure di inversione come ad esempio doppi o tripli massimi/minimi, il famoso testa e spalle oppure i cunei, cercando di anticipare l’inversione del trend corrente.
Puoi vedere i pattern nella sezione dedicata alle figure di prezzo in “analisi tecnica”.
5 – PRINCIPALI CATEGORIE CONTRARIANS
La negoziazione di strumenti finanziari deve essere effettuata sempre da 2 parti contrapposte.
Per ogni acquirente vi deve essere un venditore per forza.
I partecipanti ai mercati finanziari sono di vario tipo: banche e società finanziarie, hedge funds, trader retails.
I contrarians agiscono su probabili inversioni e fanno in molti casi da controparte ai trend followers.
Ma se il prezzo continua a salire, chi vende agli acquirenti?
Ebbene, i venditori si trovano sempre in quanto gli investitori agiscono in base alle proprie necessità.
I contrarians naturali nel forex e nelle commodities sono i commercials, cioè quella categoria composta da aziende che agisce con “strategie di copertura” sulle oscillazioni di valute e delle commodities stesse operando mediante contratti futures o spot.
La loro operatività nei mercati è esclusivamente di copertura e non speculativa.
Se un prodotto finanziario è molto richiesto, i possessori del prodotto possono essere allettati dalla vendita per generare profitto.
Gli impulsi in controtendenza quindi sono anche generati dai Take Profit degli speculatori istituzionali o dei traders retails.
Nel caso degli istituzionali, rivendendo grossi contratti precedentemente aperti in acquisto, generano ondate momentanee ribassiste, su cui entreranno altri traders contrarians o trend followers intraday spingendo ulteriormente il prezzo a ribasso (in caso di reversal ribassista).
Il contrario avviene ovviamente in fase di inversione rialzista.
Non dimentichiamoci poi che le negoziazioni avvengono su ogni timeframes, e che in base ad esso le condizioni del mercato cambiano.
6 – SEGNALI TECNICI D’INVERSIONE
Per anticipare le svolte, i contrarians utilizzano segnali tecnici quali:
– Importanti livelli di resistenze o supporti su cui può rimbalzare il prezzo;
– Fasi di distribuzione alla probabile fine di un trend;
– Fallimento di nuovi massimi/minimi in un trend;
– Semplici rotture di trendlines;
– Incroci tra prezzo e medie mobili;
– Inversione di figure o modelli:
figure statistiche che potenzialmente descrivono una fase di indebolimento del prezzo, ad esempio doppi massimi/minimi, testa e spalle o failure swings, il tutto combinato con
– gli oscillatori di momentum.
Il momentum è la forza di variazione del prezzo ed è misurata a pista ciclica (oscillatore).
Quando il momentum è troppo forte, il mercato diventa ipercomprato ed inflazionato e ci si aspetta da un momento all’altro un’inversione di tendenza che può portare ad un calo fisiologico del prezzo, una pausa od addirittura ad un’inversione totale della tendenza.
Per contro, quando è troppo debole, quindi in ipervenduto, ci si aspetta una reazione rialzista.
7 – DIVERGENZA PREZZO-MOMENTUM
Una strategia molto utilizzata ed anche abbastanza affidabile, se coadiuvata da altri elementi di supporto è quella della divergenza tra il grafico del prezzo e quello dell’oscillatore di momentum.
Quando ciò avviene vi sono alte probabilità di un’imminente inversione di tendenza.
Più il timeframe è alto, più l’inversione è considerata probabile e rilevante.
A questo punto, contrarians intraday e daily possono trarre vantaggio dalle ondate reversal, in anticipo sugli altri traders.
Abbiamo già visto cosa sono gli oscillatori e le divergenze nella sezione dedicata in “analisi tecnica”.
Nei grafici sopra possiamo vedere dei patterns reversal sul grafico del prezzo, la cui identificazione è stata supportata dalla lettura del grafico del momentum sottostante.
Vediamo che, non appena la linea di momentum è nei pressi delle zone di ipercomprato o ipervenduto, possono avvenire delle divergenze tra picchi di prezzo e picchi di momentum che preludono ad inversioni del trend corrente; inversioni che vengono confermate da rotture di trendlines e dal formarsi di certi patterns e candele reversals proprio nelle zone di supporti e resistenze (soglie psicologiche).
A volte possono avvenire multiple divergenze e quindi ci possono essere molti tentativi falliti di inversione prima di azzeccare l’entrata, ecco perchè si necessita di conferme sul grafico del prezzo.
Attendere conferme dipende comunque dalla natura e dal temperamento più o meno aggressivo del trader.
Ora questi processi avvengono ciclicamente in tutti i timeframes, da quello giornaliero a quello a 1 minuto, provocando di fatto tutte le oscillazioni che potete osservare nei grafici di qualsiasi strumento finanziario.
8 – PATTERNS DI CANDELE REVERSAL
Una delle strategie reversal è quella atta ad identificare quei mercati pesantemente inflazionati in acquisto o deflazionati in vendita che hanno formato un potente pattern di candele reversal come ad esempio:
– un reversal day o weekly,
– pattern non avvolgente ,
– una hammer/shooting star,
– multiple divergenze tra picchi di momentum e di prezzo, come visto sopra.
Potete approfondire I patterns reversal di prezzo nella sezione dedicata alle candele giapponesi in “analisi tecnica”.
Per i mercati azionari, vista l’ampia scelta disponibile di titoli, ci si può avvalere di strumenti di screening in modo da facilitare la ricerca.
Ecco i principali pattern reversal qui sotto raggruppati.
Il principio per tutti i pattern a candele reversal è che:
il momentum del prezzo in trend si arresta: si forma cioè una congestione di periodo, formata da aree di supporto e di resistenza.
Queste aree sono individuate dalla linea tratteggiata che vedete nelle figure qui sotto.
Quando questi livelli vengono rotti significa:
1) una ripresa del trend nella direzione precedente oppure
2) un reversal nel senso opposto.
Solitamentente un breakout è accompagnato da alta attività e quindi da alto volume rispetto alle sessioni precedenti.
Vediamo di seguito alcuni esempi di patterns coadiuvati dall’oscillatore di momentum, ed alcune divergenze tra prezzo e momentum.
Va detto, che, sebbene la strategia reversal possa permettere di anticipare di molto la nuova tendenza e di entrare a prezzi di gran lunga più vantaggiosi, questo tipo di strategia risulta molto più pericolosa che entrare a favore di un trend già confermato.
Questo perchè, come già detto sopra, possono formarsi parecchi “illusori” reversals prima di invertire veramente, e comunque, ricordiamoci che un trend in forte tendenza è molto improbabile che inverta improvvisamente.
Ecco perchè la strategia trend following risulta molto più affidabile.
Allo stesso modo una strategia di puro trend following può risultare a volte invece in ritardo, in quanto il trend follower rischia di entrare quando il trend è già alle sue ultime battute.
Ci sono i pro e i contro per tutto nel trading, non esiste ne l’indicatore perfetto ne la strategia infallibile.
9 – PRINCIPALI OSCILLATORI DI MOMENTUM
Nella sezione sull’analisi tecnica ho spiegato il funzionamento degli oscillatori.
I più popolari ed utilizzati oscillatori sono senza dubbio :
– Momentum e ROC (tasso di variazione).
– l’RSI o Relative Strenght Index di J.J. Wilder.
– Il CCI o Commodity Channel Index di D.R. Lambert.
– Lo Stocastico di G. Lane
– Il Williams %, di L. Williams
– il MACD (Moving Average Convergence/Divergence) di G. Appel.
Sebbene applichino formule diverse, i suddetti oscillatori “lavorano” tutti secondo gli stessi principi, nel senso che cercano di identificare i cicli del mercato, cicli che oscillano tra due bande estreme che vengono chiamate zone di “ipercomprato” e di “ipervenduto”.
Per approfondimente ulteriormente leggete la parte sull’analisi tecnica, sugli oscillatori e le candele giapponesi.